[DAL VIVO] Nella testa di una donna del Medioevo
Orario & Sede
27 lug 2020, 21:00 – 22:00
RECEPTIO International Foundation, Viale Castagnola 27, Lugano, Svizzera
L'evento
Come pensava una donna nel Medioevo? Il peccato originale, che è di per sé un peccato di orgoglio intellettuale, viene avvertito nel Medioevo come un peccato tipicamente femminile: i corpi delle donne, da Eva alle streghe, diventano luoghi diabolici, ma ancor più diaboliche sono considerate le menti femminili. Nel XII secolo il matrimonio viene trasformato in sacramento. Le bambine, di qualsiasi classe sociale, dodicenni, sono promesse in matrimonio dai genitori con un regolare contratto, nel quale si stabiliscono i beni da portare in dote e la somma che il marito, solitamente trentenne, deve pagare. La cultura clericale, in linea con i padri della Chiesa, considera l’amore una passione negativa, che allontana l’uomo dalla ragione e dalla virtù, una malattia dei sensi, che fatalmente perturba anche l’anima, così come Eva ha turbato Adamo. In tal modo i pensatori medievali radicano nella cultura occidentale l’idea del femminile che si contrappone al maschile come l'istinto bestiale si contrappone alla cultura.
Le donne vengono percosse in nome del diritto del marito di “correggere” la moglie, del padre di punire la figlia, del padrone di battere la serva; ingiurie connesse al comportamento femminile, stupri, segregazioni, omicidi in nome dell’onore tradito sono all'ordine del giorno.
Fin dal suo ingresso nel mondo, la donna del Medioevo parte svantaggiata. La nascita di una bambina è avvertita come una disgrazia e provoca nei padri l'angoscia per la dote. Accolta male, nutrita e vestita peggio dei suoi fratelli, la sua vita è volta a due sole attività: le cure domestiche e la procreazione.
L'educazione femminile è intesa come addestramento alla cura del focolare. Le le ragazze vivono segregate in casa, fatta eccezione per i momenti in cui accompagnano la madre nella chiesa parrocchiale. La vita pubblica delle donne medievali è assai limitata. Vietato esprimersi in pubblico, tanto che, anche nelle cause legali, le donne dovevano farsi rappresentare da un uomo, ossia dal padre, dal marito o da un parente maschio. Le ragazze che non sono date in moglie a nessuno, se non vengono messe a servizio, sono mandate in convento, con vere e proprie monacazioni forzate. E, dunque, come pensava una donna nel Medioevo, soprattutto della propria condizione? Di quali documenti possiamo avvalerci per entrare nella mente di una donna medievale? L'argomento è quanto mai vasto, complesso ed affascinante, anche perché nel periodo molto lungo preso in considerazione – il Basso Medioevo, dall'anno Mille alla scoperta dell'America – le numerose tipologie femminili (monache, serve, contadine, regine ecc.) non sono rimaste cristallizzate nel tempo.
Carla Rossi, medievista, docente titolare presso l'Università di Zurigo, ne parlerà durante una serata dal vivo, nel giardino di villa Giambonini.
Per motivi organizzativi la serata si terrà con un minimo di 5 partecipanti e un massimo di 10. Al pubblico è richiesto l'uso di mascherina all'interno dei locali della villa (a chi ne fosse sprovvisto, ne verrà fornita una). La Fondazione ha provveduto alla sanificazione dei locali, dopo ogni evento i locali vengono nuovamente sanificati. Grazie per la comprensione e per la collaborazione!
Seguirà rinfresco con degustazione di un vino medievale, l'Hyppocras.
Biglietti
Socie BPW Ticino (5 persone)
400,00 €Vendita terminataSoroptimist International 5p
400,00 €Vendita terminataFilantropi/ Ripresa attività
300,00 €Vendita terminata5 persone
500,00 €Vendita terminata
Totale
0,00 €