Infondate accuse di plagio e intimidazioni (1)
Orario & Sede
25 dic 2022, 20:00 – 26 dic 2022, 20:00
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L'evento
English below
Netta presa di posizione e denuncia alla Polizia Informatica Svizzera
Come i miei colleghi sanno, da tempo sono impegnata nella lotta alla biblioclastia, attraverso la ricostruzione digitale di manoscritti medievali e rinascimentali smembrati e venduti in fogli sciolti. Le ricostruzioni sono accompagnate da studi e saggi. Lo scorso mese di agosto, ho pubblicato l’edizione di un Libro d’Ore smembrato in Germania nel 2009, poco dopo essere stato messo all’asta nel Regno Unito (https://www.receptioacademic.press/deroucyboh). Per queste ricostruzioni né io, né il team che lavora con me percepiamo alcun compenso. Tutti lavoriamo su base volontaria e mettiamo a disposizione degli interessati le nostre ricostruzioni e i nostri studi gratuitamente (www.receptio.eu/mainproject).
Per santificare il Natale, proprio il 25 dicembre, un blogger (che si diletta di manoscritti e collabora con alcune case d’asta), il quale nel 2016 aveva pubblicato alcune informazioni sul libro d’ore da me ricostruito, ha iniziato a inviare a vari indirizzi di posta elettronica di membri del centro di ricerca che dirigo, e a persone a me professionalmente vicine, una serie di mail offensive, intimidatorie, con lo scopo di screditare il mio lavoro.
Il blogger, nel suo post del 2016 (https://mssprovenance.blogspot.com/p/the-courtanvaux-hours.html), aveva individuato le aste di una ventina di fogli sciolti e, accortosi a qualche mese di distanza, della mia edizione, dev’essersi molto offeso per il fatto che nel mio libro io non lo citassi.
Preciso che:
- Non avrei avuto motivo di citare quel blog, che non forniva informazioni differenti da quelle che si ricavano dai siti delle gallerie antiquarie tedesche o dei cataloghi delle case d’asta britanniche. Inoltre, forse val la pena ricordarlo, i post di un blog non hanno un numero DOI e può succedere che le informazioni fornite siano inattendibili dal punto di vista scientifico.
- Il blogger, ad esempio, ha identificato erroneamente il manoscritto in un catalogo d’asta del Settecento, formulando quindi ipotesi poco verosimili.
- Ha considerato ritoccati gli stemmi presenti in alcune miniature, che invece permettono di collocare il manoscritto in un preciso contesto storico-geografico.
- Ha individuato esclusivamente una ventina di fogli sciolti, mentre io ne ho recuperati oltre un centinaio, ho fornito l’edizione diplomatica del testo tràdito dal libro d’ore, e attraverso uno studio storico e filologico, ho proposto di identificare il destinatario del manoscritto e il possibile atelier di produzione del codice. Di un lavoro del genere non c’è traccia nel blog in questione.
Ciononostante, falsando l’evidenza dei fatti, ha tentato, nel post natalizio, di diffamarmi (https://mssprovenance.blogspot.com/2022/12/nobody-cares-about-your-blog.html), giungendo a sostenere che io avrei “rubato” senza il suo permesso alcune immagini dal suo blog e lo avrei persino plagiato (sebbene, come detto, non condivida gran parte di quanto da lui affermato e il mio approccio al manoscritto sia molto differente dal suo a quei venti fogli da lui recuperati). Neppure l’evidenza delle email con in allegato le foto dei singoli fogli, ricevute dalle gallerie antiquarie e quelle inviatemi dai collezionisti, che pure gentilmente gli sono state spedite, oltre che il tentativo di spiegargli come sia possibile ritrovare oltre un centinaio di fogli e ricostruire i manoscritti, ha sedato l’ira ingiustificata nei miei confronti da parte del blogger, che si è rivolto ad un manipolo di suoi amici e sodali, che hanno iniziato a inviarmi email intimidatorie anonime (che però spesso condividono lo stesso indirizzo IP). Inoltre, ha informato del presunto torto subito nel non essere citato, una professoressa statunitense che si occupa di frammentologia, la quale, senza prendersi il tempo di effettuare un fact-checking sul mio lavoro, non solo ha difeso a spada tratta il blogger, ma temendo forse di avere in me e nel mio team dei concorrenti (ripeto che non siamo stipendiati per le ricostruzioni e non dovremmo dunque costituire un pericolo per l’Olimpo dei frammentologi), ha anche rivendicato in forma piuttosto minacciosa l’esclusiva sulla materia, tentando di intimidirmi e screditando la mia metodologia (che non conosce affatto). Chiunque si prenda dieci minuti per verificare l’assurdità delle accuse rivoltemi, si accorgerà che il mio lavoro di ricostruzione è basato su uno studio puntuale del manoscritto, grazie all’approccio filologico da me adottato. Se non si trascrive puntualmente il testo di ogni singolo foglio, non ci si potrà mai esprimere con certezza sull’uso liturgico di un Libro d’Ore, sul genere (maschile o femminile) utilizzato nelle preghiere, importante per comprendere se il destinatario fosse uomo o donna. Nella mia edizione ho confrontato il manoscritto ricostruito con altri, integri, che seguono lo stesso uso liturgico, ho riordinato i fogli sparsi sia secondo la struttura che il manoscritto aveva al momento della vendita nel 2009, sia secondo quello che doveva essere, invece, l’ordine originario. Questo perché la trascrizione diplomatica permette di comprendere come attorno agli anni Cinquanta taluni fogli fosse stati rilegati al posto sbagliato.
Non sapendo a cos’altro appigliarsi, poi, il blogger mi accusa di descrivere i santi come fa lui, con i loro nomi e i loro strumenti di tortura. Mi chiedo in quale altro modo dovrebbero essere descritti? Questo è un plagio? O è plagio dire che il manoscritto segue l'uso liturgico di Châlons-sur-Marne? La ricostruzione del testo dell'Officium Defunctorum lo rende chiaro!
È triste constatare che cercando di rendere un servizio alla comunità, col proprio lavoro, ci si ritrovi investiti da una tempesta di feroci insulti e messaggi denigratori. Sono stata informata del fatto che le intimidazioni ricevute via mail rappresentano un reato penale previsto dall’art. 177 del Codice Penale Svizzero e dall’art. 595 del Codice Penale italiano. Il centro di ricerca che dirigo attualmente sta ricostruendo circa 50 manoscritti smembrati. Questo, evidentemente, dà fastidio a qualcuno oltre Oceano.
ENGLISH
As my colleagues know, I have long been engaged in the fight against biblioclasm, through the digital reconstruction of dismembered medieval and Renaissance manuscripts sold as scattered leaves. The reconstructions are accompanied by studies and essays. Last August, I published the edition of a Book of Hours dismembered in Germany in 2009, shortly after being auctioned in the UK. (https://www.receptioacademic.press/deroucyboh). Neither I nor the team working with me receive any remuneration for these reconstructions. We all work on a voluntary basis and make our reconstructions and studies available to interested parties free of charge including the Carabinieri of the Protection of Cultural Heritage (www.receptio.eu/mainproject).
To sanctify Christmas, just on 25 December, a blogger (who dabbles in manuscripts and collaborates with some auction houses), who in 2016 had published some information about the book of hours I reconstructed, started sending to members of the research centre I run various e-mails, containing a series of offensive, intimidating messages, with the aim of discrediting my work.
The blogger, in his 2016 post (https://mssprovenance.blogspot.com/p/the-courtanvaux-hours.html), had identified the auctions of some 20 loose leaves and, realising I did not mention him in my book must have felt offended.
I specify that:
- I would have had no reason to mention that blog, which provided no different information from what one gets from the websites of German antiquarian galleries or the catalogues of British auction houses. Also, perhaps worth remembering, blog posts do not have a DOI number and it can happen that the information provided is scientifically unreliable.
- The blogger, for instance, misidentified the manuscript in an eighteenth-century auction catalogue, thus making unlikely assumptions.
- He considered the coats of arms in some of the miniatures to be retouched, which instead allow the manuscript to be placed in a precise historical-geographical context.
- He has only identified around twenty folia fugitiva, while I have recovered over a hundred, provided the diplomatic edition of the text from the Book of Hours, and through a historical and philological study, I have proposed to identify the manuscript's addressee and the possible atelier where the codex was produced. There is no trace of such work in the blog in question. Nevertheless, distorting the evidence of the facts, he attempted, in the Christmas post, to slander me (https://mssprovenance.blogspot.com/2022/12/nobody-cares-about-your-blog.html), going so far as to claim that I had 'stolen' some images from his blog without his permission and had even plagiarised him (although, as I said, I do not agree with much of what he said and my approach to the manuscript is very different from his to those twenty sheets he recovered). Not even the evidence of the emails with photos of the individual folios attached, received from antiquarian galleries and those sent to me by collectors, which were so kindly sent to him, as well as the attempt to explain to him how it is possible to find over a hundred folios and reconstruct the manuscripts, calmed the blogger's unjustified anger towards me, who turned to a handful of his friends and associates, who began sending me intimidating anonymous emails (which, however, often shared the same IP address). Moreover, he informed of the alleged offense in not being quoted, a US professor of fragmentology, who, without taking the time to fact-check my work, not only defended the blogger, but fearing perhaps that she might have competitors in me and in my team (I repeat that we are not paid for reconstructions and should therefore not be a danger to the Olympus of fragmentologists), she also claimed in a rather threatening way the exclusivity on the subject, trying to intimidate me and discrediting my methodology (which she does even not know at all). Anyone who takes ten minutes to verify the absurdity of the accusations made against me will realise that my reconstruction work is based on a precise study of the reconstructed manuscript, thanks to the philological approach I have adopted. Without a precise transcription of the text of each individual leaf, one can never be certain about the liturgical use of a Book of Hours, about the gender (male or female) used in the prayers. In my edition, I have compared the reconstructed manuscript with others, that follow the same liturgical usage, I have rearranged the scattered leaves both according to the structure the manuscript had at the time of its sale in 2009, and according to what the original order must have been. This is because the diplomatic transcription allows us to understand how around the 1950s certain leaves had been misbound.
Not knowing what else to appeal to, then, the blogger accuses me of describing the saints as he does, with their names and instruments of torture. I wonder how else they should be described? Is this plagiarism? Or is it plagiarism to say that the manuscript follows the liturgical usage of Châlons-sur-Marne? The reconstruction of the text of the Officium Defunctorum makes this clear!
It is sad to see that in trying to render a service to the community with one's work, one finds oneself hit by a storm of vicious insults. I have been informed that intimidation received by e-mail is a criminal offence under Article 177 of the Swiss Criminal Code and Article 595 of the Italian Criminal Code. The research centre I currently run is reconstructing some 50 dismembered manuscripts. This evidently bothers someone overseas.