Inferno
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III, 22–30
Quivi sospiri, pianti e alti guai
risonavan per l’aere sanza stelle,
per ch’io al cominciar ne lagrimai.
Diverse lingue, orribili favelle,
parole di dolore, accenti d’ira,
voci alte e fioche, e suon di man con elle
facevano un tumulto, il qual s’aggira
sempre in quell’aura sanza tempo tinta,
come la rena quando turbo spira
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🎧 Soundscape: “L’aura sanza tempo” – Inferno III, 22–30
Ambiente di base:
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Un ruggito profondo e continuo di vento cupo e cavernoso (frequenze basse, oscillanti), simile a quello di un turbine che soffia nella sabbia, in sottofondo costante, mai silenzioso.
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Sovrapposto, un brusìo caotico di voci: frammenti in molte lingue (latino, ebraico, volgari medievali), pronunciate in toni scomposti, sovrapposti, gracchianti o soffiati.
Elementi puntuali:
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Sospiri e pianti: singhiozzi sommessi e irregolari, alternati a gemiti lunghi e disperati, alcuni acuti, altri rauchi.
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Accenti d’ira: urla straziate, scatti improvvisi di rabbia, in lontananza e vicinanza alternata (effetto spaziale 3D).
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Voci alte e fioche: alternanza di grida tremende e sussurri striscianti, sovrapposti in ritmi irregolari.
Suoni fisici:
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Suon di man con elle: colpi ritmici e sordi, come mani che si percuotono il petto o si schiaffeggiano in una folla, con eco metallica o secca.
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Scrosci e fruscii: granelli, pietre minute, rena che si muove nel vento – evocata con suoni granulari sottili e discontinui.
Effetto complessivo:
Un tumulto acustico avvolgente, senza melodia, solo dissonanza. Nessun punto fermo, nessun silenzio. Un paesaggio sonoro in crescita costante, che non ha inizio né fine, proprio come “l’aura sanza tempo tinta”.
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V, 4
Stavvi Minòs orribilmente, e ringhia
🎧 Soundscape: Ringhio, suono animalesco
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25-27
Or incomincian le dolenti note
a farmisi sentire; or son venuto
là dove molto pianto mi percuote.
🎧 Soundscape: “Le dolenti note” – Inferno V, 25–27
Transizione sonora:
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Si parte dal ruggito indistinto della bufera già in corso: vento alto, rumori avvolgenti, caos acustico.
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Poi, una pausa sospesa: il vento si abbassa di colpo, come se Dante avesse attraversato una soglia sonora invisibile.
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Subentra un nuovo livello acustico: voci umane distinte, lamenti, sospiri che si stagliano in primo piano.
Le “dolenti note”:
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Suoni alti, spezzati, lamentosi, come frammenti di canto deformato.
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Non melodie, ma scale discendenti irregolari, suonate da strumenti stridenti (violini stonati, corde tese, fiati tremolanti), alternate a voci sfinite, che emergono e si ritirano nel buio.
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Alcuni di questi suoni sono sospiri cantilenati, tra l’umano e l’animale.
“Mi percuote” – l’impatto fisico del pianto:
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Il pianto non è solo udito, è sentito sulla pelle:
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piccoli colpi sonori, secchi e puntuali, come gocce che cadono pesanti sul pavimento vuoto,
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oppure singhiozzi che esplodono brevi, e poi tornano nel silenzio.
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L’effetto è di pressione aurale: il suono si fa vicino, invadente, quasi corporeo, come se bussasse all’interno del cranio.
Timbro generale:
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Tutto è smorzato, ovattato, come se filtrato attraverso veli o pareti porose: Dante non è ancora dentro la pena, ma la percepisce come impatto emotivo e sonoro.
28-36
Io venni in loco d'ogne luce muto,
che mugghia come fa mar per tempesta,
se da contrari venti è combattuto.
La bufera infernal, che mai non resta,
mena li spirti con la sua rapina;
voltando e percotendo li molesta.
Quando giungon davanti a la ruina,
quivi le strida, il compianto, il lamento;
bestemmian quivi la virtù divina.
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🎧 Soundscape: “La bufera infernal” – Inferno V, 28–36
Ambiente sonoro di base:
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Assenza totale di luce: un tappeto sonoro profondo, scuro, sordo, che evoca uno spazio senza orientamento visivo, come il fondo di una caverna o una stiva chiusa nel vuoto.
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Suono del mugghio del mare in tempesta: un ruggito marino continuo, basso e ampio, come onde che si infrangono dentro una gola rocciosa. Ma non è un suono naturale: è caotico, amplificato, sporcato da echi dissonanti. Questo mugghio è interrotto da raffiche più acute e taglienti: i “contrari venti” che si urtano in direzioni opposte, creando collisioni d’aria improvvise, quasi esplosive.
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Il tutto è in costante movimento circolare, senza direzione definita: come un vortice che risucchia e sbatte.
Elemento principale: la bufera infernal
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Un vento incessante, irregolare, carico di sabbia, detriti e lamenti, che trascina anime come corpi leggeri. Si sentono fischi del vento, sbattimenti, turbinìi rapidi, come se le anime fossero continuamente sbattute contro le pareti invisibili dell’aria.
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L’effetto può essere reso con ondate di suono stereo alternate (da sinistra a destra, in rotazione), dando la sensazione di essere al centro del vortice.
Dettagli uditivi puntuali:
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Strida, compianto, lamento:
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Urla che si levano improvvisamente, singole o in coro, deformate dal vento.
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Lamenti più bassi, continui, trascinati come un pianto strozzato.
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Voci che si sovrappongono in tonalità distorte, senza distinguere parole: è la disperazione pura, senza linguaggio.
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Bestemmie:
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Voci maschili e femminili, alterate, che pronunciano in varie lingue invettive rabbiose.
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Non comprensibili nei dettagli, ma cariche di odio e rifiuto, scandite come pugni nel rumore.
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Queste parole sono taglienti, spinte fuori con forza, rotolano e si perdono nel vento.
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Effetto finale:
Un paesaggio sonoro privo di centro, senza sollievo né cadenza, in cui tutto si agita e si schianta. Nessun momento di pace, nessuna direzione: il suono stesso è una pena, una forma di trascinamento perpetuo, come la condizione dei dannati.
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